Le grandi e antiche biblioteche sono le madri della bibliofilia. Ce ne sono in ogni paese europeo, americano, asiatico. Primaedizione si occupa anche di loro prendendo in rassegna le più famose, le più pregiate e ricche, le più interessanti. Oggi dedichiamo questo spazio alla favolosa e affascinante biblioteca del Trinity College di Dublino, che abbiamo avuto la fortuna di visitare personalmente proprio durante una delle rarissime esposizioni del celeberrimo codice miniato denominato “The book of Kells”.
“Il Trinity College, ossia l’Università di Dublino, venne fondata con un editto della Regina Elisabetta nel 1592. La sua Biblioteca è una delle più importanti al mondo e custodisce un patrimonio di tre milioni di volumi. In seguito all’unione nel 1801 della Gran Bretagna e dell’Irlanda, la legge sul deposito legale accordò alla Biblioteca del Trinity College, il diritto di ricevere una copia gratuita di tutto ciò che sarebbe stato pubblicato nelle due isole. Tra le collezioni della Biblioteca spiccano quelle di Hendrik Baron Fagel, ministro capo dei Paesi Bassi e quella del bibliofilo Henry George Quin. Fagel donò nel 1802 una collezione di vedute e carte topografiche europee e 100.000 pamphlets di carattere politico, mentre Quin, nel 1865, donò 108 testi letterari per lo più in latino e in italiano. L’edificio più antico rimasto è la Vecchia Biblioteca (Old Library) costruita tra il 1712 e il 1732 su progetto di Thomas Burgh, ingegnere capo e Intendente delle Fortificazioni di Sua Maestà in Irlanda.
Le parti della Vecchia Biblioteca aperte al pubblico sono tre. La prima è situata al piano terra che in origine era un colonnato aperto diviso longitudinalmente da un muro centrale, con il lato soleggiato, volto al sud, riservato ai Membri del Consiglio dell’Università. Nel 1992, questa parte venne ricostruita in modo da creare il Punto Vendita della Biblioteca che fa parte oggi del Museum Store Association. E’ qui che, dopo la visita, il turista può fermarsi a curiosare tra gli scaffali per cercare ed acquistare materiale di suo interesse sulla storia del Trinity College, su Dublino, sull’arte celtica, ma può anche trovare cd, cartoline e altri articoli tipici irlandesi. Il ricavato delle vendite servirà, tra le altre cose, a comprare libri per arricchire la biblioteca. La seconda parte è costituita dal Padiglione Est, che una volta ospitava la Scuola di filosofia. Qui ora è stato allestito un tesoro per l’esposizione dei manoscritti di testi evangelici medievali irlandesi. Tra questi vanno menzionati i Libri di Armagh, di Durrow e il famoso Libro di Kells. Nella terza parte si trova la Sala Lunga (The Long Room), che è la sala principale della Vecchia Biblioteca e che si presenta agli occhi del visitatore in tutta la sua magnificenza e grandiosità. E’ lunga 64 metri e larga 12. Inizialmente aveva un soffitto piatto ad intonaco, con scaffali per i libri solo al piano inferiore e una galleria aperta. Nel 1860, seguendo il progetto degli architetti Deane e Woodward, il tetto venne rialzato in modo da ottenere l’attuale soffitto a botte e degli scaffali situati nella galleria. Sopra le nicchie tra gli scaffali si possono leggere i nomi dei diversi donatori di libri scritti in lettere d’oro. Orna la Sala Lunga una preziosa collezione di busti di marmo di eminenti eruditi. Questi sono disposti al livello inferiore lungo ciascun lato della Sala. I primi 14 busti che rappresentano uomini illustri, quali Omero, Platone, Aristotele, Newton, furono commissionati nel 1743 allo scultore fiammingo Peter Scheemakers. Altri ne verranno aggiunti e tra questi, uno dei più preziosi, è il busto di Jonathan Swift, opera di Luis François Roubiliac.
Percorrendo la Sala è possibile ammirare all’interno di una teca, un’arpa in legno di salice, con corde in ottone. Essa risale probabilmente al XV secolo, e secondo la leggenda, è attribuita a Brian Boru che trovò la morte nel campo di battaglia di Clontarf nel 1014. Nelle scaffalature della Old Library si trovano all’incirca 200.000 volumi rari e di antica edizione. Le gemme di questa pregiata collezione sono i manoscritti benedettini dei monasteri irlandesi dell’alto medioevo: il Book of Durrow del sec. VII, il Book of Dimma del sec. VIII, il Book of Armagh e il prezioso Book of Kells, considerato il libro più prezioso del mondo. Il Libro di Durrow, dono di Henry Jones, vescovo di Meath, fu scritto più di 100 anni prima del Libro di Kells. E’ costituito da undici pagine interamente decorate e i colori usati sono rosso, giallo, verde e occasionalmente marrone. In origine il Libro era conservato in uno scrigno di legno placcato argento, oggi perduto. Il Libro di Armagh contiene le vite di San Patrizio, di San Martino e la confessione di San Patrizio. Come per gli altri manoscritti della tradizione insulare, i simboli dei quattro Evangelisti appaiono nella stessa pagina, ma in una forma più spoglia e meno decorata del libro di Kells. Il Libro di Dimma è un altro esempio di Vangelo in cui si trovano elementi dei testi liturgici. Il nome di Dimma proviene da una iscrizione del manoscritto alla fine del Vangelo secondo Giovanni: “Finit amen Dimma Macc Nathi”. Il Libro è custodito all’interno di uno scrigno d’argento del 1150 circa. Ma è di fronte al Libro di Kells, conosciuto anche come Il Grande Evangelario di San Colombano, che migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo si fermano incantati. ll Book of Kells, fu eseguito probabilmente nell’isola di Iona nei primi anni del secolo nono. In seguito ad un’incursione dai parte dei vichinghi, venne trasferito nella Chiesa di San Colombano a Kells, dove si erano rifugiati i monaci. Qui venne custodito fino all’arrivo delle truppe di Cromwell (1953) che lo portarono a Dublino. Dopo la Restaurazione, Henry Jones, vescovo di Meath, nel 1661 lo donerà al Trinity College. Il Book of Kells, catalogato come MS 58 e permanentemente in mostra in Biblioteca, contiene una copia in latino dei quattro Vangeli riccamente decorata e illustrata. Il libro è costituito da 330 fogli di pergamena scritti in stile celto-sassone. All’inizio, quando il vescovo Ussher lo comprò nel 1621, contava ben 344 pagine e a giudicare dalle parti mancanti dei Vangeli di San Luca e San Giovanni sembra ne avesse addirittura 368.
Le prime parole di ogni Vangelo sono riccamente ornate e spesso all’inizio di ogni riga del testo si trovano animali, visi e figure umane dai colori vivi intrecciati nelle lettere maiuscole. Una delle pagine più decorate del Libro, è quella in cui vengono riportate le iniziali del Vangelo di San Matteo, mentre quella più celebre è la pagina detta del “Monogramma”, ossia quella dell’Incarnazione iniziale, sempre secondo il Vangelo di San Matteo. Qui si trova l’esempio di calligrafia più elaborato che sia mai stato eseguito e tutte le varietà di disegno dell’arte celtica. Un’altra pagina importante è quella in cui appare l’unico esempio di croce di copertina. Solo il Libro di Lindisfarne (evangelario miniato realizzato nel monastero omonimo intorno al’anno 700 e scritto in maiuscole irlandesi) può rivaleggiare con la croce del Libro di Kells per la delicata esecuzione. I medaglioni che formano le estremità e le congiunzioni della croce sono reminiscenze della lavorazione celtica su metallo. Ed è con questo affascinate Libro che si chiude la visita alla Biblioteca del Trinity College. Prima di uscire la guida ci ricorda che per chi vuole, vi è la possibilità di aderire all’Associazione “Friends of the Library of the Trinity College”. Pagando una cifra annua di circa 30 euro, i soci riceveranno materiale illustrativo sulle collezioni della Biblioteca, inviti ad inaugurazioni, mostre, incontri ecc. In questo modo daranno anche un contributo per sostenere il lavoro della Biblioteca.
mariagrazia.cupini@unibo.it
Comments by primaedizione