Conosciuto anche come: Paul-Gustave Doré, Louis Auguste Gustave Doré, Paul Louis Christophe Gustave Doré.
Gustave Doré nasce a Strasburgo il 6 gennaio 1832 e muore a Parigi il 23 gennaio 1883.
Ad oggi è considerato uno degli illustratori di libri più prolifici e di successo del tardo XIX secolo.
Nonostante molte sue opere pittoriche siano conservate nella galleria di Bond Street a Londra (vedi “la Battaglia di Alma”, 1855 e “la Battaglia di Balaklava”, 1857) dedicatagli nel 1868 quando era ancora in vita, le opere che lo renderanno celebre e famosissimo in tutto il mondo saranno i suoi famosi disegni, le sue illustrazioni e le sue incisioni.
Tanta fama che nel cinema, con registi come Cecil B. De Mille, tanto per dirne uno, e persino in alcuni gruppi rock, saranno scelte le sue incisioni per immagini e copertine.
Nel 1847 a soli quindici anni, pubblica la sua prima opera “Le fatiche d’Ercole” (“Les travaux d’Hercule”) un fascicolo di formato orizzontale dove, nonostante la sua giovanissima età, è già percepibile la sua innata predisposizione per il disegno.
Nel periodo seguente Gustave Doré lavora a Parigi dove produce settimanalmente caricature litografiche per il “Journal pour rire” e nel medesimo tempo realizza anche diverse raccolte litografiche (1847-1854). Oggi i collezionisti più preparati ricercano e raccolgono la rivista “Journal pour rire” proprio per le caricature del giovane Dorè.
Interessante anche sottolineare come nell’”Histoire pittoresque, dramatique et caricaturale de la Sainte Russie” (Parigi, 1854) ci siano tutti i germi della forma narrativa che porta a considerare il Doré anche come precursore del fumetto.
Nel 1869, Blanchard Jerrold, figlio di Douglas Jerrold, suggerí all’artista di lavorare insieme per produrre un grande ritratto di Londra, prendendo l’ispirazione dal “Microcosmo di Londra”, prodotto da Rudolph Ackermann, William Pyne e Thomas Rowlandson nel 1808.
Doré firmò un contratto di cinque anni con l’editore Grant & Co, che lo portò a vivere nella capitale inglese per tre mesi all’anno.
Fu pagato ben 10.000 sterline all’anno, una cifra stratosferica all’epoca. Il libro, London: A Pilgrimage (Londra: Un Pellegrinaggio), contenente 180 incisioni di Doré, venne pubblicato nel 1872.
Nonostante il successo commerciale, molti critici non apprezzarono il libro. La maggior parte non perdonavano a Doré di essersi concentrato in molte tavole sulla povertà e le situazioni di disagio della città inglese.
Venne accusato dall’Art Journal di “aver inventato invece che riprodotto”. A Pilgrimage fu comunque un successo commerciale e Doré ricevette commissioni da molti altri editori Britannici, e lavorò anche per l’Illustrated London News.
Nel periodo di maggior attività, il suo laboratorio occupava fino a quaranta incisori ed oltre novanta libri illustrati.
Tra le opere di particolare rilevanza spiccano le incisioni a commento della Divina Commedia (soprattutto l’Inferno), dell’Orlando Furioso, del Rabelais (1854), del Contes drolatiques di Balzac (1855), dell’ebreo errante, di Eugène Sue (1856), dei “racconti” di Charles Perrault (1862), del “paradiso perduto” di Milton (1865), della Bibbia (1866), delle “favole” di La Fontaine (1867), tutte incisioni in legno (xilografiche), tutte incisioni testimoni di un raffinato virtuosismo tecnico, e dalle quali incisioni traspare un eccezionale tensione trattenuta che le rende vibranti e vitalissime, tutte di gusto romantico, accostato a una visione epica, drammatica.
L’artista continuò a lavorare fino alla sua morte, a Parigi nel 1883, dove venne sepolto al cimitero di Père Lachaise.
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