Parlando di opere illustri in biologia, “L’origine delle specie” di Charles Darwin, naturalista britannico, si colloca sicuramente ai primi posti. Dal titolo completo “Sull’origine delle specie per mezzo della selezione naturale o la preservazione delle razze favorite nella lotta per la vita”, in essa Darwin illustra per la prima volta al grande pubblico la sua teoria riguardo il processo della selezione naturale, attraverso il quale organismi di una stessa specie si evolvono gradualmente nel tempo. Darwin rifiuta quindi la teoria affermata fino a quell’epoca, il creazionismo, che ritiene le specie immutabili, in quanto create già perfette da Dio.
L’opera è corredata di esaurienti prove scientifiche raccolte durante il viaggio della nave britannica HMS Beagle, al quale Darwin prende parte nel 1831. L’obiettivo principale della spedizione è quello di effettuare indagini idrografiche delle coste meridionali del Sud America, per realizzare carte nautiche e fare rilevazioni delle colline viste dal mare, con relative misurazioni altimetriche. Darwin, ventiduenne, parte per questa spedizione esplorativa intorno al mondo e compie le osservazioni naturalistiche che lo portano a sviluppare la sua teoria, raccogliendo un’enorme quantità di dati.
La spedizione dura ben cinque anni: il Beagle attraversa l’Oceano Atlantico, arriva lungo le coste Sud America, raggiunge l’Oceano Pacifico, Tahiti e l’Australia per poi concludere la circumnavigazione del globo. Durante questo viaggio Darwin, oltre che esperto naturalista diviene anche collezionista di fossili; i successivi venti anni li dedica ad esaminare ed interpretare i dati raccolti confrontandoli con altri sviluppati da altre fonti.
Il trattato “L’origine delle specie”, frutto di tutte le sue osservazioni, è rivolto anche ad un pubblico di non specialisti ed è destinato a rivoluzionare il campo biologico. Darwin è consapevole che la sua visione dell’evoluzione avrebbe potuto minare la sua reputazione, in quanto passibile di essere condannato per blasfemia, ma, supportato da schiaccianti prove scientifiche raccolte, nel giugno 1842, Darwin scrive a matita una bozza di 35 pagine, dalle quali poi sviluppa la sua opera. “L’origine delle specie” è pubblicata per la prima volta il 24 novembre 1859.
La teoria evoluzionistica di Darwin trova una spiegazione dell’evoluzione delle specie animali e vegetali. Per la prima volta nella storia della biologia, una nuova teoria evolutiva, avvalorata da valide prove basate sul rigore scientifico, fa cadere la convinzione secondo cui ogni specie sarebbe il risultato della creazione divina. Darwin sostiene che è l’ambiente a modificare e adattare le specie viventi, poiché a causa di continui cambiamenti ambientali, avviene una selezione naturale che agisce sui caratteri variabili tipici di ogni specie, favorendo quelle con caratteristiche adatte alla sopravvivenza. Ha quindi teorizzato la discendenza di tutti i primati, compreso l’uomo, da un antenato comune e, quindi, l’esistenza di un antenato comune a tutte le specie viventi.
“C’è qualcosa di grandioso in questa idea della vita, con le sue infinite potenzialità, originariamente infuse dal Creatore in pochissime o in una sola forma; e, mentre questo pianeta ha continuato a roteare seguendo le immutabili leggi di gravità, da un inizio così semplice infinite forme, sempre più belle e meravigliose, si sono evolute e tuttora si evolvono”.
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NDR: Un esemplare del volume in prima edizione è stato recentemente battuto da Christie’s a 62.000 sterline.
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