“Sei minuti dopo che eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni e si lacerava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New Jersey, che avevamo sottovalutato l’estensione della vena di follia della nostra America». Oggi che, “grazie” al cinema ma soprattutto alla televisione e alla rete, siamo continuamente sottoposti a “orrori quotidiani”, a invasioni di vario tipo, vere o presunte, la cosa certo fa sorridere. Anche se, forse pensando a una reale invasione di extraterrestri, ancora oggi un brivido freddo corre lungo le nostre schiene. Ma, perché era così impressionante la Guerra dei Mondi? Chi era veramente l’autore, Herbert G. Wells? Cerchiamo di scoprirlo mentre alla Biblioteca di via Senato giunge un buon numero di prime e importanti edizioni di opere dello scrittore inglese. Con Jules Verne (suo precursore, ma sempre accostato a lui), Herbert George Wells (meglio conosciuto come “H.G. Wells”) è considerato fondatore della fantascienza, cioè quel genere letterario che immagina il futuro fantasticando sulle sue implicite novità senza preoccuparsi della loro verosimiglianza, partendo dai risultati, a volte sorprendenti, raggiunti dal progresso tecnologico BvS: Fantascienza H.G. WELLS: L’UOMO CHE VISSE NEL FUTURO Storia di un’utopia tra atomi, stelle e pianeti nei libri della BvS «Signore e signori, vogliate scusarci per l’interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell’Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute ad intervalli regolari sul pianeta Marte. Le indagini spettroscopiche hanno stabilito che il gas in questione è idrogeno e si sta muovendo verso la Terra ad enorme velocità…». Con queste parole il 30 ottobre 1938 Orson Welles cominciò la “storica” trasmissione dai microfoni della CBS dell’adattamento radiofonico de La Guerra dei Mondi. Il programma, ispirato a uno dei più celebri romanzi di Herbert G. Wells, risultò talmente verosimile che suscitò incredibili reazioni.
La gente si riversò nelle strade fuggendo come impazzita, minacciata da una presenza aliena mai prevista ma che viveva come reale: disordini, vandalismi, distruzioni seguirono la trasmissione. La polizia fece irruzione negli studi dell’emittente radiofonica per farla interrompere. Il grande attore americano, allora ventitreenne, ricordando l’episodio anni dopo, durante un’intervista a Peter Bodganovich disse: «Furono le dimensioni della reazione ad essere LAURA MARIANI CONTI E MATTEO NOJA Sopra: H.G. Wells (1866-1946) ritratto a Londra nel 1939. Nella pagina a sinistra, la sovraccoperta di Star Begotten (1937, London, Chatto & Windus) 20 la Biblioteca di via Senato Milano – luglio/agosto 2012 del momento. È a lui che dobbiamo ipotesi narrative come il viaggio nel tempo e l’invasione degli alieni, la facoltà di diventare invisibili e i possibili agghiaccianti sviluppi delle sperimentazioni genetiche (molto prima del vero dottor Mengele, seguace, involontariamente ma drammaticamente, del dottor Moreau creato da Wells): tutti temi che, come sappiamo, caratterizzano pesantemente la fantascienza di oggi e che, per questo genere, fanno di lui il vero capostipite. I suoi libri furono il frutto delle sue conoscenze, delle sue idee e delle sue passioni. Non si riconobbe mai come scrittore di “science fiction”, anche se coniò, per le vicende avveniristiche che raccontò, il termine di “scientific romances”. Rispetto a Jules Verne, Wells mostrò molto più interesse per l’affermazione della scienza e della sua verità incontrovertibile, anche rischiando il paradosso, che non per lo sviluppo della tecnologia e delle sue applicazioni pratiche e meccaniche. E pensare che Wells (1866-1946) arrivò alla scrittura quasi per caso, dopo una grave malattia. Nato in una famiglia di modeste condizioni, a Bromley, cittadina che ora fa parte della Grande Londra1 , ereditò una grande passione per la lettura dal padre, uomo di vasti interessi, giocatore professionista di cricket, proprietario di un piccolo negozio di ceramiche. I proventi delle attività paterne non consentivano però alla famiglia di condurre una vita senza stenti. Per contribuire al misero bilancio familiare Herbert fu costretto a lasciare il college per andare a intraprendere improbabili mestieri: aiuto tappezziere, assistente in una farmacia e bidello in una scuola, tutti lavori che, essendogli poco congeniali, si risolvevano in bruschi licenziamenti e continue peregrinazioni. Tornato fortunatamente a scuola nel 1884, riuscì a ottenere una borsa di studio presso il Royal College of Science and Technology di Londra, dove tra i professori conobbe Thomas Henry Huxley2 che con i suoi insegnamenti lo farà diventare un fervente sostenitore delle nuove teorie darwiniane. Dopo alterni impieghi come insegnante, riuscirà a laurearsi a pieni voti in Zoologia nel 1890.
La formazione scientifica portò il giovane Wells a interessarsi al dibattito, allora in gran voga, sulle possibilità di vita negli altri pianeti del sistema solare o nell’universo. Partecipando a un convegno sul tema, tenuto al Royal College, affermò che «vi erano buone ragioni per presupporre che la superficie di Marte fosse abitata da esseri viventi»: le teorie dell’italiano Schiaparelli (1835-1910) sui canali di Marte andavano affermandosi proprio in quegli anni. Nel mondo anglosassone queste teorie vennero poi amplificate, e distorte (grazie Alcuni volumi di Wells: The Crocquet Player (1936), The Food of the Gods (1904), In the Days of the Comet (1906), questi ultimi editi a Londra da Macmillan luglio/agosto 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano 21 anche a un’errata traduzione della parola “canali”3 ) in favore della convinzione di una presenza aliena sulla superficie marziana, dall’astronomo statunitense Percival Lowell. Anni di grande fermento internazionale, quindi, quelli allo scadere del secolo, intorno al cielo e ai suoi abitanti. Infatti Wells pubblicò The War of the Worlds nel 1897, pochi mesi dopo l’uscita del romanzo del filosofo tedesco Kurd Lasswitz4 , Auf Zwei Planeten5 , che narra dell’incontro con una civiltà marziana più evoluta e progredita, in questo caso benevola verso gli “arretrati” (in tutti i sensi) umani. Durante gli anni che andavano a chiudere il secolo, le menti più acute percepivano il progressivo decadimento del mondo antico. Tale mondo, tale civiltà troverà poi la sua completa distruzione nel drammatico rogo della prima guerra mondiale. Se è vero che la grande guerra si sviluppò nella seconda decade del nuovo secolo, è anche vero che le cause e le prime sensibili avvisaglie si potevano percepire nelle inquietudini della fine del diciannovesimo. Le critiche delle nuove classi emergenti verso la società costituita furono feroci. Non solo i proletari e i lavoratori attaccavano il governo, ma anche la piccola e media borghesia stentavano a riconoscersi in una società che segnava il passo di fronte alle implicazioni e sollecitazioni dello sviluppo della tecnologia. In Inghilterra si facevano strada teorie di stampo socialista, nelle quali lo scrittore si identificava pienamente. Per lui i romanzi che affrontavano il mistero di mondi remoti nello spazio non erano altro che un pretesto per affermare le proprie idee, per criticare la società contemporanea ispirandosi a un socialismo che oggi si direbbe “migliorista”. In nessun’altra opera questo aspetto si vede meglio che ne Il cibo divino(The Food of the Gods6 ). Pubblicato nel 1904, quando era diffusa l’idea che la cattiva alimentazione dei poveri fosse responsabile anche della loro ristrettezza di interessi e della mancanza di impegno politico, il libro racconta la storia di un cibo miracoloso, capace di trasformare gli esseri normali in giganti.
Uomo di straordinaria energia, Wells superò ogni difficoltà, affermandosi in brevissimo tempo come scrittore e intellettuale già nei primi anni del ’900. Fece amicizia, o ebbe litigi ferocissimi, con molti intellettuali progressisti, artisti e pensatori di quel periodo inquieto che precedette la Grande Guerra e che, nonostante la tragedia incombente, paradossalmente va sotto il nome di “Belle Époque”. L’impegno politico si trasformò in una Altri volumi di Wells: Kipps (1905, Macmillan), The New Machiavelli (1910, New York, Duffield & Co.), The Sea Lady (1902, London, Methuen & Co.) 22 la Biblioteca di via Senato Milano – luglio/agosto 2012 vera e propria militanza. Fautore anche dei diritti delle donne, si schierò accanto a loro, contemporaneamente predicando e praticando con grande passione il libero amore: dopo essersi sposato ancora giovanissimo con una cugina (matrimonio che naufragò in breve tempo) si sposò poi con Amy Catherine Robbins, da cui ebbe due figli; ebbe poi lunghe relazioni con la femminista Amber Reeves, da cui ebbe la figlia Anna-Jane, e con la celebre scrittrice, anch’essa femminista, Rebecca West da cui ebbe un figlio, Anthony. Infine fu legato per molto tempo, dal 1920 con alcune pause sino alla morte, con un’amica di Gorkij, Moura Budberg7 , cui Wells propose inutilmente diverse volte il matrimonio. Il suo comportamento disinvolto e la sua indefessa militanza gli attirarono l’odio dei conservatori, che nel 1906 tentarono di distruggerlo intellettualmente con una aspra campagna stampa. Erano gli anni del socialismo della Fabian Society, fondata dai coniugi Sidney e Beatrice Webb. In quel periodo lo scrittore partecipò e frequentò molti dei seguaci della Society come George Bernard Shaw, Leonard Woolf e sua moglie Virginia Woolf, l’anarchica Charlotte Wilson, la femminista Emmeline Pankhurst, il sessuologo Havelock Ellis, e inoltre Edward Carpenter, Annie Besant, Oliver Joseph Lodge, Ramsay MacDonald. Fu buon amico di moltissimi poeti e scrittori come Siegfried Sassoon, Henry James, Gilbert K. Chesterton, Hilaire Belloc. Negli anni ’20, conobbe e frequentò anche Maksim Gorkij. Il fabianesimo8 , caratterizzato principalmente da uno specifico pragmatismo, non fu mai un movimento rivoluzionario, ma perseguì pacificamente lo sviluppo e l’evoluzione della società e delle sue istituzioni secondo modelli socialisti, proponendo alternative alla proprietà Illustrazione da The History of Mr. Polly (1910, London, T. Nelson) e la copertina di The War in the Air (1908, London, G. Bell) luglio/agosto 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano 23 dei mezzi di produzione per porre fine al disordine economico e agli abusi provocati dal sistema capitalistico.
I suoi rappresentanti, per quanto criticati dagli altri movimenti socialisti e comunisti internazionali, lottarono democraticamente ma strenuamente fino a ottenere l’estensione delle cure sanitarie e l’istruzione gratuita per tutti i cittadini, come pure di far emanare una normativa dettagliata delle condizioni di lavoro al fine di evitare lo sfruttamento dei bambini e i continui incidenti sul lavoro. Nel 1914, Wells pubblicò un importante volume dal titolo The World Set Free9 , descrivendo in anticipo di qualche mese la prima guerra mondiale, collocandola però negli anni Cinquanta. Ma non è solo la previsione della tragedia imminente a lasciare sbalorditi: il libro è importante perché per la prima volta compare il termine “bomba atomica”. Ispiratosi al libro The Interpretation of Radium10, dello scienziato (premio Nobel 1921) Frederick Soddy, Wells vedeva nella conquista dell’energia – dalla conquista del fuoco alla conquista dell’atomo – un ruolo fondamentale nell’emancipazione dell’umanità. Sarà soprattutto l’undicesimo e ultimo capitolo del libro di Soddy a colpirlo e a riassumere anche gran parte dell’atteggiamento del nostro scrittore verso la scienza e il progresso. Il sommario riporta alcuni degli argomenti che Soddy affronta in questo capitolo: «… L’uranio è più meraviglioso che il radio – L’energia immagazzinata in una libbra di uranio – La trasmutazione è la chiave dell’energia interna della materia – … Le conseguenze se la trasmutazione fosse possibile – … L’uomo moderno e il problema della trasmutazione – … L’evoluzione cosmica e le sue forze di guerra – La disintegrazione dell’atomo come una sufficiente, se non primaria, risorsa di energia naturale – … Antica mitologia e radioattività – Il serpente Ouroboros – La “Pietra filosofale” e l’ “Elisir della vita” – La “Caduta dell’Uomo” e l’ “Ascesa dell’ “Uomo” – … Il radio e la lotta per l’esistenza – L’esistenza come lotta per l’energia fisica …». Abbiamo voluto dilungarci elencando questi temi, perché presenti nell’opera di Wells sin dagli inizi e perché sono decisivi per capire l’importanza del suo lavoro, soprattutto per capire l’importanza stessa del genere letterario “fantascienza”: nell’immaginare, rappresentare, denunciare quelle che potrebbero essere le conseguenze dello sviluppo tecnologico, vi deve essere sempre un richiamo alla responsabilità dello scienziato e di tutta la società contemporanea. E così La liberazione del mondofu avvertito dai grandi fisici che si accingevano alla sperimentazione dell’atomo e della sua energia. Il fisico ungherese naturalizzato statunitense Leo Szilard che con Enrico Fermi lavorò alla prima reazione a catena, lesse il libro di Wells nel 1932 e fu per lui fonte di grandissima illuminazione. E se ne ricordò quando entrò in contrasto con il potere militare prima dell’utilizzo bellico della bomba atomica. Il libro fu moralmente altrettanto importante per i fisici Kawarski, von Halban e Joliot che vollero divulgare, a tutti i costi e contro tutti, i progressi e i pericoli dell’utilizzo dell’energia atomica. L’italiano Franco Rasetti, componente del gruppo dei “ragazzi di via Panisperna”, divulgò tra i suoi amici e compagni di lavoro tutti i libri di Wells e Brave New World di Huxley, tanto che nella sua autobiografia scrisse, volendo «avvalorare la sua decisione di totale rifiuto nei confronti della bomba atomica: “Credo, con H.G. Wells e Aldous Huxley che hanno così ben espresso queste idee nei loro scritCopertina di Che avverrà? (Il domani del mondo), Firenze, Bemporad, 1915 (The World Set Free, 1914) 24 la Biblioteca di via Senato Milano – luglio/agosto 2012 ti, che la stessa esistenza di nazioni sovrane, specialmente le grandi potenze, è sinonimo di guerra”»11. Il problema non è tanto quello di constatare quanto Wells sia stato pessimista od ottimista nella sua scrittura, ma quanto egli assorbì del mondo nel quale viveva tanto da diventare quasi un veggente. Sicuramente, come altri scrittori (e qui vorremo ricordare il nostro Malaparte), fu un attento interprete della sua società e dei meccanismi che ne regolavano lo sviluppo e la storia. Se nei primi romanzi, quelli più noti e fantascientifici, si mostrò preoccupato dell’utilizzo scriteriato della scienza da parte di personaggi faustiani preoccupati del proprio benessere a scapito di quello collettivo, nel periodo immediatamente dopo la prima guerra mondiale, vide finalmente nel progresso scientifico una risorsa fondamentale per migliorare le condizioni dell’umanità. Questo ottimismo durò peAstronavi alla conquista di Marte nell’interpretazione del grande illustratore di “Urania” Curt Caesar. The First Men in the Moon (1901, London, G. Newnes) e When the Sleeper Wakes (1899, London, Harper) luglio/agosto 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano 25 rò poco: il tempo di prevedere l’ascesa di Hitler e il ruolo demoniaco del nazismo; tra i primi capì che l’uso sfrenato della tecnica avrebbe portato ad armi sempre più letali e definitive. Tra le ultime cose scritte, una frase colpisce per la sua drammaticità: «la fine di tutto ciò che noi chiamiamo vita è prossima e inevitabile». «Alla fine del XIX secolo nessuno avrebbe creduto che le cose della Terra fossero acutamente e attentamente osservate da intelligenze superiori a quelle degli uomini […] Gli uomini, infinitamente soddisfatti di se stessi, percorrevano il globo in lungo e in largo dietro alle loro piccole faccende, tranquilli nella loro sicurezza d’esser padroni della materia. Non è escluso che i microbi sotto il microscopio facciano lo stesso» (dal primo capitolo de La guerra dei mondi). Elenchiamo ora i libri di Wells che da poco fanno parte del Fondo di fantascienza, cercando, per alcuni, di scriverne un breve riassunto. • The Wonderful Visit. London, J. M. Dent & Co., Aldine House, 1895; p. 251; 19,5 cm (trad. it.: La visita meravigliosa. Romanzo di H. G. Wells, con un disegno di Amelia Bauerle. Milano, Treves, 1908; nel Fondo è presente la ristampa del 1916). Borges lo definì un “incubo indimenticabile”. La visita meravigliosa consiste nel racconto delle avventure di un angelo caduto inspiegabilmente dalla “terra dei bei sogni” nel piccolo, triste, cattivo mondo degli uomini. L’esperienza del dolore e dell’esclusione e di un progressivo sgomento vengono superati solo alla fine, nella “luce meravigliosa dell’amore e dell’abnegazione”. Uno di quei “miracoli atroci” di cui fu capace Wells, tra desolazione e speranza, sorretto dall’incrollabile fiducia nella possibilità di un’emancipazione. • The Island of Doctor Moreau. London, William Heinemann, 1896; p. 219; 19 cm (trad. italiana: L’ isola delle bestie. Romanzo d’avventure di G. H. Wells, con 25 illustrazioni di G.G. Bruno. Roma, Società editrice nazionale, s.d. [ma ca. 1910]; presente nel Fondo). Un naufrago, dopo diverse peripezie, trova rifugio su un’isola lontana dalle rotte delle navi, dove vivono due uomini e degli strani essƒeri. Ben presto scopre che uno dei due uomini è il famoso Dr. Moreau, noto per i suoi esperimenti sulla vivisezione. Inizia per il malcapitato un’avventura da incubo, da cui riuscirà a salvarsi a stento. Partendo dal ruolo della scienza nella soAlcune traduzioni dei libri di Wells presenti nel nostro Fondo di Fantascienza: La macchina del tempo (1924, Milano, Modernissima, copertina di Bazzi), L’uomo invisibile (1925, Torino, Paravia, copertina di C. Nicco) e Il terrore viene da Marte (ovvero The War of the Worlds, 1953, Milano, F. Elmo) 26 la Biblioteca di via Senato Milano – luglio/agosto 2012 cietà, Wells arriva a criticare la stessa società per lo sfruttamento dell’uomo ridotto a semplice bestia. • The Invisible Man. London, C. Arthur Pearson Ltd., 1897; p. 245; 19 cm (tr. italiana: L’uomo invisibile. Romanzo. Roma, Società Editrice Internazionale, s.d. [ma ca. 1910]; nel fondo alcune edizioni italiane dal 1924 in poi). Ignorato dai più, un promettente fisico, Griffin, studia con successo un procedimento per rendere gli oggetti invisibili. Sperimentato su di sé il procedimento, comincia ad assaporare i vantaggi della sua invisibilità. Colto da un delirio di onnipotenza, non riuscirà a prevederne gli effetti negativi. Il libro ebbe, come gran parte dei romanzi di Wells, numerose trasposizioni cinematografiche; la prima è del 1933, diretta da John Whale con protagonista Claude Rains (l’indimenticabile capitano Renault di Casablanca): lo scrittore se ne dichiarò soddisfatto. • The War of the Worlds. London, William Heinemann 1898; p. 303; 19,5 cm (trad. italiana: La guerra dei mondi. Romanzo. Traduzione di A.M. Sodini. Milano, Vallardi, 1901; nel Fondo è presente però solo la prima traduzione francese edita a Parigi da Calmann-Levy, senza data). Del romanzo più noto di Wells abbiamo detto all’inizio; non ci resta che sottolineare che il sucCosì nel 1908 A. Robida immaginava le guerre del futuro negli abissi del mare e nel cielo cesso lo fece oggetto di numerosi atti di pirateria e di imitazione. Già nell’anno della sua uscita, “The Boston Evening Post” pubblicò a puntate un Fighters from Mars. The War of the Worlds in and near Boston, una trasposizione degli eventi del romanzo nel territorio della grande città americana. Altro ideale seguito fu quello che vide il grande inventore Edison comandare una flotta di aeronavi per portare guerra a Marte (Edison’s Conquest of Mars, scritto da Garrett Putnam Serviss nel 1898, edito in volume nel 1947). • When the Sleeper Wakes.London, Harper & Brother Publishers, 1899; p. 328; 20 cm (trad. italiana: Quando il dormiente si sveglierà. Romanzo. Milano, Treves, 1907). Con questo romanzo comincia il ciclo che Wells chiamò “Fantasie del possibile”. Il mito del dormiente, che dopo secoli di sonno si ridesta per osservare il mondo che lo circonda permette all’autore di di criticare ferocemente la propria città e, quindi, la società del suo tempo sottolineando le degenerazioni subite dall’etica e dalla visione del mondo dei suoi contemporanei, offrendo il pretesto per appelli e invettive destinati a influire sui lettori. • The First Men in the Moon. London, George Newnes Ltd., 1901; p. 342; 20 cm (trad. italiana: I primi uomini luglio/agosto 2012 – la Biblioteca di via Senato Milano 27 nella Luna. Romanzo fantastico. Traduzione dall’Inglese, unica autorizzata, di Angelo Sodini. Milano, Vallardi, 1910; presente nel Fondo). Una particolare sostanza antigravitazionale permette a due strampalati personaggi di raggiungere il nostro satellite e scoprire che è abitato. La descrizione della società lunare consente a Wells di considerare criticamente quella terrestre. La vicenda presente alcune analogie con il libro di Ulisse Grifoni, Da Firenze alle stelle (Firenze, Tipografia editrice del Fieramosca, 1885; presente nel Fondo), dove una sostanza antigravitazionale permette a tre uomini di giungere sulla Luna. Grifoni, socialista, scriverà un altro romanzo avveniristico Dopo il trionfo del Socialismo italiano. Sogno di un uomo di cuore (Genova, Libreria editrice W. Frikart, 1907; presente nel Fondo). Che li abbia letti anche Wells?
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