INTERVISTA A LISETTA CARMI
Lisetta Carmi, classe 1924, ha fotografato per prima i travestiti di Genova negli anni 60 documentando una sconvolgente realtà che non sembra troppo lontana da quella di oggi.
Lisetta Carmi, oggi ottantaseienne, comincia a fotografare i travestiti a Genova nel 1965 durante una festa di capodanno, dalle parti di Via del Campo, uno dei primi “ghetti” omosessuali d’Italia.
Quello che pubblichiamo è una parte del suo lavoro e alcuni brani di un incontro che abbiamo avuto con Lei.
Le foto vengono da un libro pubblicato nel 1972 e che lei ha lasciato all’entrata dell’ashram che ha creato a Cisternino, in Puglia. I commenti scritti a penna sono di anonimi visitatori.
La transessualità è ancora oggi considerata dal mondo scientifico un disturbo dell’identità di genere risolvibile solo con un intervento chirurgico e l’endocrinologo che prescrive ormoni femminili o maschili ha lo strano compito di ammalare organi sani.
– Io sono vecchia, scrivo solo a mano e tutti sono così contenti di ricevere lettere scritte a mano. Le imposto con solo sessanta centesimi.
– Io ho lavorato coi travestiti dal ’65 al ’71, li ho protetti e difesi. In totale amicizia.
– Il lavoro è nato grazie ad un amico. A quei tempi una persona giovane che frequentava i travestiti era considerata semplicemente matta.
– Certe volte mi mettevo dietro ad una tenda, aspettavo che il cliente avesse finito di fare quello che voleva fare ed uscivo.
– La Morena è quella che ha ispirato “Via del Campo” a De Andrè. Era una madre. Avrebbe voluto fare la suora. Casa sua era piena di immagini religiose. Oltre ad un bellissimo ritratto di lei vestita da suora. Mi ha chiamata prima di morire, dopo trent’anni. Ci siamo abbracciate.
– Io ho sempre lavorato per capire. Delle fotografie non me ne è mai fregato niente. Era un mondo dove nessuno poteva entrare.
– Quando abbiamo voluto pubblicare il libro è stato un dramma.
– Non esistono gli uomini e le donne, esistono gli esseri umani.
– Quando ero piccola volevo essere un maschio ma stando con loro ho capito che ero contentissima di essere una donna, solo che ne rifiutavo il ruolo classico. Le donne devono essere madri, mogli, amanti.
– I genitori nel tentativo di educare i figli li violentano. E’ sufficiente dar loro l’esempio. La famiglia è una prigione.
– Gli uomini che vanno coi travestiti sono porci. Buoni borghesi, molti preti. Spesso andavano solo a parlare con loro per evadere dal loro quotidiano.
– I fondi i cui i travestiti abitavano venivano dati in affitto a caro prezzo dalle famiglie ricche di Genova.
– Il travestimento era un reato, spesso venivano arrestati. La polizia avrebbe voluto arrestare anche me perchè ero comunista.
– La tariffa allora era 5.000 o 10.000 Lire
– La prima volta sono stata una sera di un capodanno del 1965 con un amico che li conosceva. Li ho cominciato a fare un sacco di fotografie e gliele ho regalate. Non le ho mai vendute ai giornali.
– Il libro avrebbe dovuto pubblicarlo un editore comunista ma all’epoca i comunisti erano molto moralisti e alla fine si tirò indietro.
– La reazione alla pubblicazione del libro fu spaventosa. A Milano le librerie non lo esponevano. Cesare Musatti si rifiutò di presentarlo dicendo che per lui erano tutta gente da mettere all’ospedale. Alla fine lo presentò Mario Mieli a Milano e Dacia Maraini a Roma.
– Nel libro ci sono frammenti di interviste fate dallo psicanalista Elvio Facchinelli insieme a me.
– La bella Elena faceva il gruista all’Italsider prima di fare il travestito. Si è poi sposata con una lesbica perché si era illusa di poter avere una vera vita familiare. La cosa non ha funzionato alla fine. Lei si divertiva molto di più a fare il travestito che a preparare il minestrone.
Si dà il caso che in passato Primaedizione abbia posseduto nella suaa collezione una copia del raro, straordinario volume “I travestiti”, per di più firmata con dedica da Lisetta Carmi stessa. Oggi quel libro è valutato intorno ai duemila euro ed è fra i più ricercati dai collezionisti italiani e stranieri.
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